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🇮🇹 🇵🇾 L’UGUAGLIANZA DAVANTI ALLA LEGGE E I TRATTATI CI PROTEGGONO! / LA IGUALDAD ANTE LA LEY Y LOS TRATADOS NOS AMPARAN!

by | Mar 29, 2023 | Argentina, Brasile, Paraguay | 0 comments

In questo primo scritto, vorrei parlarvi di una delle potenzialità del Paraguay, paese latinoamericano, situato nel cuore dell’America del Sud, che passa inosservato agli occhi della maggior parte degli altri paesi del mondo.

Il Paraguay è partner di due grandi dighe idroelettriche, situate su uno dei fiumi più grandi della regione e del paese: il fiume Paraná. Di una delle dighe in questione, quella di Itaipú, condivisa col Brasile, il Paraguay è comproprietario al 50%; si tratta dell’idroelettrica più grande al mondo in quanto a produzione di energia, davanti alla “Tre gole” della Cina (ha raggiunto un record di 103.098 GWH/anno). La seconda è la diga di Yacyreta, condivisa con l’Argentina; entrambi i trattati per la costruzione delle opere sono stati firmati nel 1973 e Itaipú ha iniziato ad operare nel 1984.

Il budget iniziale per la costruzione dell’Idroelettrica di Itaipú è stato di circa 3,5 miliardi di dollari, e quest’anno è stato pagato l’intero debito di oltre 100 miliardi di dollari. Circa il fatturato in questione, studi economici dell’economista Jeffrey Sachs e del dott. Miguel Carter hanno stabilito che il Paraguay ha smesso di incassare fino al 2018, con la vendita a prezzo di mercato dell’energia in eccesso, portata avanti dal Brasile a un prezzo irrisorio, circa 75 miliardi di dollari; una quantità di denaro che sarebbe potuta servire per la costruzione di circa cinque tunnel, come quello che unisce il Regno Unito e la Francia, sotto il mare.

Quest’anno (per essere precisi ad agosto 2023) saranno trascorsi cinquanta anni ai fini della revisione del trattato di Itaipú e, guardando indietro nel tempo, possiamo osservare ciò che è stato fatto bene e ciò che avremmo potuto fare per raggiungere l’obiettivo di garantire uno sviluppo equo per entrambi i paesi. Tuttavia è già dimostrato che non abbiamo potuto godere di tale ricchezza come ha fatto il Brasile. Da un iniziale utilizzo del 100% dell’energia, il Paraguay gradualmente, attraverso gli anni e i decenni, è passato a ridurre progressivamente il consumo dell’energia che gli spettava. Oggi arriva a consumare solo il 25%, e il Brasile il 75%. Allora che ha fatto il Paraguay con il 50% che gli spetta? ha dovuto cedere i propri diritti (dico bene cedere, non vendere) al Brasile, ad un costo ridotto rispetto ai prezzi di mercato.

Tuttavia è più che noto e verificato, attraverso dati ed episodi concreti, della commercializzazione dell’energia di Yacyreta e Itaipú attraverso la Stazione Garabí, tra Argentina e Brasile. Dati verificati e pubblicati da eminenti tecnici, specialisti del settore elettrico del nostro Paese; anche il Governo ha chiesto a più riprese un chiarimento circa i termini di tale negoziato, che si svolge regolarmente alle spalle del Governo del Paraguay, tra i due paesi: nessuno di loro ha negato l’esistenza della transazione. Questi accordi ci lasciano fuori dai profitti e dai redditi multimilionari che generano, nonostante siamo il Paese che possiede eccedenze in entrambe le idroelettriche, per la loro commercializzazione. Della centrale di Yacyreta ad oggi utilizziamo solo l’1%, ed il restante 99% lo utilizza l’Argentina, cedendo inoltre il restante 49% che ci appartiene a prezzo irrisorio, per errata interpretazione del trattato.

Nel Preaccordo Lugo-Lula del 2009, approvato da entrambi i governi, si prevedeva già l’immissione graduale della nostra energia nel libero mercato brasiliano. Qualcosa che finora non è stato sfruttato, ma che dovrebbe essere messo in pratica immediatamente, perché attualmente non stiamo utilizzando tutta la potenza garantita contrattata della centrale di Itaipú, smettendo così di sfruttare al massimo la diga di Acaray. Il punto fondamentale è che non si sta utilizzando in modo equo l’energia non garantita, la più economica (esiste un’invenzione circa l’energia garantita e non garantita, a metà del prezzo della cessione, attualmente pari al 25% per il Paraguay e al 75% per il Brasile).

Quello che ascoltiamo sempre è quello che dobbiamo fare, ma molto poco sul come fare, per arrivare al 2023, riguardo alla rinegoziazione dell’“Allegato C” del Trattato di Itaipú, con interessi e propositi ben chiari e fermi per bilanciare le storiche asimmetrie, che ci trasciniamo sin dall’entrata in funzione di entrambe le idroelettriche.

Che cosa fare?  Quello che non abbiamo mai fatto, ovvero ritirare il 50% che ci appartiene ed offrire la nostra energia in eccesso, proveniente da Itaipú e Yacyreta, al mercato elettrico brasiliano o argentino a prezzo di mercato.

Ovviamente la cosa più probabile è che il governo brasiliano voglia opporsi, ma “alle prove mi rimetto”. Entrambi (Argentina e Brasile) commercializzano regolarmente l’energia delle dighe idroelettriche (eccedenza di cui il Paraguay dispone), quindi la cosa più logica, oltre a fare giustizia, sarebbe che il Paraguay entrasse nel commercio del mercato libero, mettendo in pratica esattamente ciò che entrambi fanno normalmente. I benefici della commercializzazione dell’energia in eccedenza del Paraguay genererebbero rendite per lo Stato paraguaiano, ottenendo così una rivendicazione storica delle ingiustizie commesse per decenni contro questo paese in via di sviluppo.

La “Cessione preferenziale”, secondo la relazione di un gruppo eminente di tecnici specializzati del settore elettrico, chiarisce che il trattato non obbliga a cedere a qualsiasi prezzo, ma alla migliore offerta, che è del tutto logico secondo la mia prospettiva, coincidendo con la premessa.

Come azione non meno importante dovremmo aggiornare le leggi del mercato elettrico paraguaiano, e dare segnali chiari al mondo che il tema energetico è la cosa più importante per il nostro Paese, gerarchizzando il Vice Ministero dell’Energia, Miniere e Idrocarburi, con il chiaro obiettivo di elaborare politiche di Stato che tendano a cambiare immediatamente, in modo graduale, la nostra matrice energetica, modernizzando così il settore, dotandolo di reti di trasmissione e distribuzione, con energia di qualità, per la realizzazione di parchi industriali, per gli investitori, locali e internazionali.

Assistiamo, insieme ai nostri studenti di Ingegneria, a relazioni di tecnici molto competenti, che si sforzano quotidianamente nelle centrali idroelettriche per migliorarne la produttività; raggiungendo record mondiali a Itaipú e Yacyreta, modernizzando le macchine e le attrezzature, facendo al tempo stesso ricerche per produrre di più e meglio, in condizioni ottimali, realizzando nuovi cantieri come la centrale Aña Kua e la sua lavorazione, l’aumento di turbine nella discarica principale, la progettazione di nuovi cantieri, come Corpus, la diga di compensazione di Itatí e Itacorá, oltre all’installazione di una nuova fabbrica di pannelli solari in esecuzione, entrando nel mondo della produzione di energia solare. Anche studenti paraguaiani che si formano e si specializzano in varie parti del mondo in temi di energia, preferiscono tacere quando gli chiediamo: che cosa programmiamo con tutta quella energia?, limitandosi a rispondere circa questioni tecniche.

Non è possibile che un’entità produttrice di energia elettrica pulita, rinnovabile ed economica (Itaipú) acquisti veicoli di alta gamma (60 furgoni Diesel a doppia cabina), mossi a derivati del petrolio, importati, costosi e inquinanti, cedendo a prezzo bassissimo il nostro bene più prezioso.

Il Governo deve dare segnali decisivi per gli Interessi nazionali, utilizzando la nostra energia nei trasporti, pubblici e privati; un’energia pulita, rinnovabile, a buon mercato e di produzione nazionale, a cominciare dagli enti idroelettrici e dalle istituzioni pubbliche dello Stato. Ad esempio, il Ministero delle Infrastrutture (MUVH) dovrebbe incorporare in tutti i suoi modelli di abitazione l’installazione di cucine a induzione per non lasciare la possibilità di utilizzare fornelli a gas, altro combustibile, derivato dal petrolio, importato.

Il 30 aprile di quest’anno si celebrano le elezioni presidenziali, dipartimentali e parlamentari, dove ancora una volta la cittadinanza ha la possibilità di indirizzare i destini della nostra repubblica, e si può semplicemente concludere che ci sono due strade: quella dello Status Quo (seguire con lo stesso) o del Cambiamento.

La coppia Efraín – Sole (della concertazione), propone modifiche sostanziali, tuttavia, la coppia Santi – Aliana (ANR partito Colorado), propone la continuità del modello in atto.

Aldo Enrique Rios è professore universitario di Ingegneria Metallurgica Industriale ed ex-funzionario della EBY (Entidad Binacional Yacyretá) in qualità di consulente per il controllo di gestione

(traduzione di Mario Magarò)

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En este primer escrito, me gustaría contarles sobre una de las potencialidades de Paraguay, un país latinoamericano, ubicado en el corazón de América del Sur, que pasa desapercibido para la mayoría de los demás países del Mundo.

Paraguay es socio condómino de dos grandes represas hidroeléctricas sobre uno de los  ríos más caudalosos de la región y del país: el Rio Paraná. Una de ellas con Brasil, la represa de Itaipú, donde es copropietaria del 50%, que es la mayor del mundo en cuanto a producción de energía, dejando en segundo lugar a Tres gargantas de China, (llegó a un récord de 103.098 GWH/año). Y la otra con Argentina, la represa de Yacyreta, cuyo tratados para llevar adelante ambos emprendimientos fueron firmados en el año 1973, mientras la de Itaipú comenzó a operar en el año 1984.

El presupuesto inicial para construir la Hidroeléctrica de Itaipú fue de cerca de 3.500 millones de dólares, y este año se terminó pagando toda la deuda que totalizó más de 100 mil millones de dólares. Sobre el facturado, estudios económicos del economista Jeffrey Sachs y del Dr. Miguel Carter, concluyen que el Paraguay dejó de percibir hasta el 2018, por venta a precio de mercado de la energía sobrante, que llevó Brasil a precio irrisorio, cerca de 75 mil millones de dólares, que daba para construir cerca de 5 túneles como el que une Reino Unido con Francia, por debajo del mar.

Este año (para ser preciso agosto del 2023) se han cumplido los 50 años para que se realice la revisión del tratado de Itaipú, y, mirando atrás en una retrospectiva, vemos lo que se hizo bien y lo que hubiéramos hecho para cumplir con el objetivo de desarrollar ambos países de forma equitativa. Sin embargo esta comprobado que no pudimos aprovechar de tal riqueza como lo hizo Brasil. En principio llevando el 100% de la energía, Paraguay de forma gradual, a través de los años y décadas, iba consumiendo de forma vegetativa, parte de la energía que le corresponde. Hoy día llega a consumir solo el 25%, y Brasil el 75%. Entonces que hizo Paraguay con los 50% que le corresponde? pues los tuvo que CEDER (digo bien ceder, no vender) al Brasil, a un costo ínfimo en comparación con los precios de mercado.

Sin embargo es más que sabido y comprobado, con datos y hechos, de la comercialización de la Energía de Yacyreta e Itaipú a través de la Estación Garabí, entre Argentina y Brasil. Datos verificados y publicados por destacados técnicos, especialistas del sector eléctrico de nuestro País; inclusive el gobierno ha solicitado en varias ocasiones el pedido de aclaración de esa negociación, que se realiza regularmente a espaldas del Gobierno de Paraguay, entre ambos países: NINGUNO DE ELLOS HA DESMENTIDO la transacción.

Estas negociaciones nos dejan fuera de los beneficios y de las rentas multimillonarias que se generan, siendo que somos el País que posee los excedentes en ambas hidroeléctricas, para su comercialización. De Yacyreta hoy solo utilizamos el 1%, los 99% restante lo utiliza Argentina, y también CEDEMOS el restante 49% que supuestamente nos pertenece también a precio irrisorio, por mala interpretación del tratado.

En el Preacuerdo Lugo-Lula del 2009, aprobado por ambos gobiernos, ya se preveía la colocación de nuestra energía al mercado libre brasilero, de forma gradual. Algo que no se aprovechó hasta la fecha, PERO QUE SE DEBERÍA PONER EN PRÁCTICA DE INMEDIATO, debido a que no estamos utilizando actualmente toda la potencia garantizada contratada, de Itaipú, y dejando así de explotar en su máxima capacidad la represa de Acaray. El punto fundamental es que no se està usufructuando de manera equitativa la energía no garantizada, la más barata (existe un invento de energía garantizada y no garantizada, a mitad de precio de la cesión, que los países lo llevan de acuerdo a lo que contratan para su uso, el 25% para Paraguay y el 75% para el Brasil en la actualidad).

Lo que siempre escuchamos es lo que debemos hacer, pero muy poco de cómo hacer, para llegar al 2023, con respecto a la renegociación del “Anexo C” del Tratado de Itaipú, con intereses y propósitos bien claros y firmes para equilibrar las asimetrías históricas, que arrastramos desde la entrada en operación de ambas hidroeléctricas.

¿Qué hacer?  Pues lo que nunca hicimos, o sea retirar los 50% que nos pertenece y ofertar nuestra energía excedente, de Itaipú y Yacyreta, al mercado eléctrico Brasileño o Argentino a precio de mercado.

Evidentemente lo más probable es que el gobierno Brasileño quiera oponerse, pero “A LAS PRUEBAS ME REMITO”. Entre ellos (Argentina y Brasil) están comercializando la energía de las represas hidroeléctricas regularmente, (excedente que Paraguay dispone), por lo tanto lo más lógico, además de hacer JUSTICIA, sería que el Paraguay entre en el negocio del mercado libre, poniendo en práctica exactamente lo que ambos vienen haciendo normalmente. Los beneficios de la comercialización de la energía excedente de Paraguay generaría rentas para el Estado Paraguayo, obteniendo así una reivindicación histórica de las injusticias cometidas por décadas en contra de este país en vía de desarrollo.

La “Cesión preferencial” según ponencia de un grupo destacado de técnicos especialistas del sector Eléctrico, aclara que en el tratado no obliga a CEDER A CUALQUIER PRECIO, sino a la MEJOR OFERTA, que es totalmente lógico según mi perspectiva, coincidiendo con la premisa.

Como acción no menos importante deberíamos actualizar las leyes del mercado eléctrico paraguayo, y dar señales claras al MUNDO que el TEMA ENERGÉTICO es lo más importante para nuestro País, JERARQUIZANDO el Vice Ministerio de Energía y Minas, convirtiéndolo en Ministerio de Energía, Minas e Hidrocarburos, con el objetivo claro de elaborar políticas de Estado que tiendan a cambiar de inmediato, de forma gradual, nuestra matriz energética, modernizando así el sector, dotandolo de redes de transmisión y distribución, con energía de calidad, para la implementación de parques industriales, para los inversionistas, locales e internacionales.

Asistimos, junto con nuestros alumnos de Ingeniería, a ponencias de técnicos con mucha capacidad, que se esfuerzan día a día en las centrales hidroeléctricas para mejorar la productividad; alcanzando records mundiales en Itaipú y Yacyreta, modernizando las máquinas, equipamientos, y a la vez investigando para producir más y mejor, en condiciones óptimas, haciendo nuevas obras como la Central Aña Kua y su maquinación, el aumento de turbinas en el vertedero principal, proyección de nuevas obras, como Corpus, la represa de compensación de Itatí e Itacorá, además de la instalación de una nueva fábrica de paneles solares en ejecución, entrando en el mundo de la producción de ENERGÍA SOLAR. Inclusive alumnos paraguayos que se forman y especializan en varias partes del mundo en temas de Energía, PERO QUE PREFIEREN CALLAR cuando consultamos; QUE PROGRAMAMOS HACER CON TODA ESA ENERGÍA?,  limitándose, solo a cuestiones técnicas.

No puede ser que una Entidad productora de Energía Eléctrica limpia, renovable, y barata, (Itaipú) adquiera vehículos de alta gama, (60 camionetas Diesel de doble cabina), movidos a derivados de petróleo, importado, caro, y contaminante, CEDIENDO A PRECIO BAJÍSIMO nuestro bien más preciado.

El Gobierno debe dar señales NOTORIAS a los Intereses Nacionales, utilizando nuestra energía en transportes, públicos y privados, movidos por energía limpia, renovable, barata y de producción nacional, comenzando por las Entidades Hidroeléctricas y las Instituciones públicas del Estado. Por ejemplo que el Ministerio de la Vivienda (MUVH), incorpore en todos sus modelos de viviendas la instalación de cocinas a inducción, para no dejar la posibilidad de que se usen cocinas a gas, otro combustible, derivado del petróleo, importado.

El 30 de abril de este año se celebran las elecciones presidenciales, departamentales y parlamentares, donde nuevamente la ciudadanía tiene la posibilidad de encauzar los destinos de nuestra república, y simplemente se puede concluir que hay dos caminos, el de Statu Quo (seguir con lo mismo) o del Cambio.

La dupla Efraín – Sole (de la concertación), proponen cambios sustanciales, sin embargo, la dupla Santi – Aliana (ANR partido Colorado), proponen el continuismo.

Aldo Enrique Rios 

Ingeniería Metalúrgica Industrial y Docente Universitario

Ex funcionario de la EBY – Asesor de Dirección en Control de Gestión

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